Educare per cambiare
L’avere esercitato per 5 anni il ruolo di Delegato Nazionale del Calcio Femminile mi ha dato modo di conoscere profondamente un mondo nel quale insistono molte grandi questioni, tra le quali particolarmente grave è quella della violenza contro le donne.
Sono convinto che, al di la della enorme, mediatica questione della pandemia da COVID – 19, coesiste subdola un’altra sanguinosa e agghiacciante pandemia: quella della violenza di genere. A quest’ultima, purtroppo, si da spazio nell’opinione pubblica solo quando colpisce duro, quando non se ne può fare a meno. Al contrario di un piccolo, velenoso virus, la violenza di genere ha la faccia di chi conosciamo e fa più paura.
Racconta una verità imbarazzante, una presa di coscienza non facile per molti uomini, tant’è che le notizie di violenza non sono più nemmeno notizie, ma macabra quotidianità.
Da uomo prima e da Presidente della Federcalcio Siciliana poi, che comprende anche la responsabilità del movimento calcistico femminile, non posso non sentire il peso di ogni violenza subita dalle donne. Le donne sono persone, persone che troppo spesso, in nome di una ignoranza che si ammanta di presunta superiorità muscolare, vengono sopraffatte, umiliate, ferite nel corpo e nella dignità.
La violenza sulle donne è subdola, felpata, spesso non gridata, produce lividi nell’anima e nel corpo; si fa forza e cresce nel silenzio, nell’omertà e nel grigiore di una quotidianità fatta di paura e sopruso. Violenza è anche uno sguardo non voluto, un apprezzamento volgare, un’attenzione non richiesta.
NOI DICIAMO BASTA.
La nostra lotta è quella di ogni donna che oggi deve ancora combattere contro questa oscura realtà.
Lo Sport non è immune dal virus della violenza, che spesso cambia nome in discriminazione, ma mantiene inalterato il suo potenziale distruttivo.
Per tale motivo il Comitato Regionale Sicilia, che mi onoro di rappresentare, sposa con decisione il progetto “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
La violenza non si combatte con la violenza, ma con la cultura.
Lo Sport, il calcio, possono e devono essere palestra non solo del corpo, ma della persona tutta, insegnando i valori del rispetto di sé e dell’altro, mai diverso, mai più debole, mai inferiore.
La nostra voce è quella delle donne che non possono gridare, il nostro slogan è quello della solidarietà, il nostro fine quello di un mondo dove la violenza contro le donne sia un orribile e doloroso ricordo.
Sandro Morgana